Oggi oltre il 90% degli utenti della rete è solito usare emoticon in testi scritti. Ma di cosa parliamo esattamente quando usiamo la parola emoticon? Sono riproduzioni stilizzate delle principali espressioni facciali umane che esprimono un'emozione e la loro nascita è molto controversa.
La prima in assoluto pare essere stata usata il 12 aprile 1979 da un certo Kevin MacKenzi in un'e-mail inviata agli iscritti a MsgGroup in cui suggeriva di introdurre qualche sentimento nei freddi testi dei messaggi.
Mentre secondo una ricerca di Mike Jonesun pubblicata nel febbraio 2002, invece, la paternità delle emoticon è da ricondurre all'informatico statunitense Scott Fahlman, in un documento pubblicato il 19 settembre 1982 su un BBS dell'università Carnegie Mellon.
Che siano nate grazie all’uno o all’altro oggi le famigerate “faccine” fanno sempre più parte della nostra comunicazione quotidiana perché possono aiutare a semplificare il linguaggio e la sua comprensione. Per capire perché, bisogna partire dal fatto che oggi si comunica sempre di più tramite scrittura, basti pensare all’uso massiccio che facciamo di chat e social network. Questo ha creato la necessità di accompagnare le parole scritte con dei segni, con lo scopo di diminuire il rischio di fraintendimenti. Ecco allora che le faccine diventano fondamentali per chiarire le nostre intenzioni. Tristezza, felicità, rabbia, disperazione, esaltazione: senza che nemmeno ce ne accorgiamo gran parte delle nostre emozioni passano attraverso le tastiere e gli schermi dei nostri dispositivi. E ogni messaggio che scriviamo, così come ogni comunicazione che abbiamo tramite uno schermo, è veicolata dall'uso di simboli sempre più variegati. Si calcola che ogni giorno ci siano oltre 6 miliardi di conversazioni in cui sono inserite le emoticon che sono quindi diventate la lingua più usata per parlare quotidianamente.
Durante un'interazione faccia a faccia, che sia dal vivo o attraverso video chiamate su Skype o FaceTime, usiamo non solo un linguaggio verbale ma anche una comunicazione veicolata ad esempio dal movimento delle mani, la postura o le espressioni facciali.
Quando scriviamo tutto questo 'non detto' scompare, ma l'uso delle emoticon va a creare un linguaggio che in qualche modo sostituisce la comunicazione non verbale.